lunedì 22 dicembre 2008

Gian Carlo Caselli, Procuratore di Torino



Gian Carlo Caselli parla di informazione
"C’è sempre qualcuno che si impegna in modo particolare per imbavagliare la gente, per togliere alle persone coraggiose gli spazi anche solo per fare il loro mestiere.
Su questo versante ci sono criminali, violenti, vigliacchi e poi , in mondi diversi, anche coloro che alla libertà di informazione non tengono tantissimo.
Voglio riferirmi, nel momento in cui esprimo a Telejato tutta la mia solidarietà affettuosa ed il mio apprezzamento per la tenacia con cui continuano nonostante tutto , a quei progetti di legge che vorrebbero impedire che di tutte le cronache, su qualunque fatto di mafia o di cronaca nera, qualunque investigazione giudiziaria, vorrebbero impedire che se ne parlasse per mesi o anni, finchè le indagini giudiziarie non sono chiuse.
Se questo progetto, approvato dal consigli dei Ministri diventasse legge dello stato, porterebbe ad una situazione inaccettabile.
Perché il non poter sapere, con il divieto totale di potere sapere qualcosa su qualsiasi inchiesta, significa UCCIDERE LA LIBERTà DI INFORMAZIONE ma anche creare un pericolo per la regolarità di funzionamento delle istituzioni pubbliche : io magistrato, pubblico ministero, nel segreto più assoluto, fra le mura del mio ufficio, posso commettere le nefandezze più nefande e nessuno ne saprà mai niente, nessuno mi può più controllare!
Ed il controllo sociale attraverso i media sull’attività dei pubblici ufficiale dell’amministrazione della giustizia in democrazia è fondamentale
."

Riporto poi un articolo da lui scritto per Antimafia 2000 sulla 'Storia dell'Antimafia' se così si può definire.
INTERVENTO DEL PROCURATORE DI TORINO GIAN CARLO CASELLI
23 maggio 2008
Palermo. Per comprendere appieno il ruolo di Giovanni Falcone nella lotta alla mafia occorre partire dalla stagione che la mafia non esisteva. Nel senso che fior di notabili ( Cardinali, Procuratori generali, politici ….) ne negavano ufficialmente e solennemente l’esistenza. E qualcuno faceva anche di peggio.
Ecco una citazione testuale: “si è detto che la mafia disprezza polizia e magistratura, è una inesattezza. La mafia ha sempre rispettato la magistratura e la giustizia e si è inchinata alle sue sentenze e non ha ostacolato l’opera del giudice. Nella persecuzione dei fuorilegge e dei banditi ha addirittura affiancato le forze dell’ordine. Oggi si fa il nome di un autorevole successore nella carica tenuta da Don Calogero Vizzini, in seno alla consorteria occulta. Possa la sua opera essere indirizzata sulla via del rispetto delle leggi dello Stato e del miglioramento sociale della collettività”. A scrivere queste nefandezze (negli anni Cinquanta, su una rivista giuridica) era il Procuratore generale della Corte di cassazione Giuseppe Guido Lo Schiavo, il più alto magistrato italiano.
Ora, è evidente che se qualcosa non esiste ( o peggio), nessuno la cerca. E se qualcuno un po’ border line la cerca lo stesso, difficilmente la trova. Se proprio è fortunato o particolarmente capace, riesce ad afferrare qualcosa, ma soltanto dei brandelli. E la realtà investigativo-giudiziaria di questa stagione, in cui la mafia non esiste, è che di processi se ne fanno pochi, e praticamente tutti si concludono - inesorabilmente e sistematicamente - con assoluzioni per insufficienza di prove.
Il panorama cambia quando entrano in campo Giovanni Falcone e gli altri magistrati del pool di Palermo diretto prima da Chinnici e poi da Caponnetto. Falcone ( che sapeva bene che la mafia… esisteva) ha il merito di inventare ed attuare un metodo di lavoro che - raccontato oggi - può sembrare una banalità, ma per quei tempi era una vera e propria rivoluzione. Quel metodo era imperniato sui parametri della “specializzazione” e della “centralizzazione”. I componenti del pool devono fare soltanto antimafia e nient’altro, in modo da affinare progressivamente le loro conoscenze, specializzandosi sempre di più. Basta poi con la frammentazione, segmentazione, parcellizzazione delle poche inchieste del passato. Col nuovo metodo tutti i dati relativi a Cosa Nostra devono confluire in un unico motore di raccolta, in modo da consentire una visione.....continua

Gian Carlo Caselli su Wikipedia

Intervento a Politicamente Scorretto, coordinato da Carlo Lucarelli ,Domenica 30 Novembre 2008

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